Storia delle Chiese e dei monumenti presenti nel territorio di Cameri.
Grazie alle Chiese e ai monumenti presenti nel territorio di Cameri è possibile ricostruire una parte significativa della storia del paese dal Medioevo fino ai giorni nostri.
Le Chiese, in particolar modo, presentano tutt’oggi elementi architettonici e affreschi che aiutano a identificare il periodo di edificazione e le influenze artistiche e culturali dell’epoca.
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Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, patrono di Cameri insieme a Santa Gregoria, le cui spoglie sono contenute in una teca posta in una cappella del transetto di est. Risale al 1100 circa la prima testimonianza della presenza della Chiesa Parrocchiale, che venne in gran parte abbattuta per dare luogo a quella nuova di più ampie dimensioni tra il 1583 e il 1591, presumibilmente al fine di contenere la popolazione in costante aumento. Lo stesso motivo portò a successivi rimaneggiamenti avvenuti nel corso del XVII e XVIII secolo. Della costruzione più antica, si conservano solo tre altari in marmo del XVII secolo, disposti entro cappelle laterali. Le decorazioni pittoriche risalgono alla fine dell’800.
Nell’anno 2002 si completava il restauro della facciata. Tale intervento ha permesso di riammirare i ricchi decori ottocenteschi e le statue in cotto di San Secondo, San Rocco e San Michele. Al centro della facciata stessa vi è poi lo stemma originale del Comune, decoro inconsueto per la facciata di una Chiesa. La struttura è ampia e maestosa, a croce latina dilatata dalla grande cupola collocata all’incrocio della navata centrale con i transetti. L’altare maggiore (1866) è in stile neoclassico, ornato da angeli in legno scolpiti. All’interno della Chiesa vi è la più piccola “Chiesa del Giubileo dell’Incarnazione”, creata dall’artista Enzo Rossi da Civita ed inaugurata l’ 11 settembre 2004. Degno di nota il grande organo a canne della Bernasconi, posto sul lato destro dell’abside, inaugurato il 02 aprile 1902 e restaurato nel 1990. Nel primo dopoguerra davanti alla Chiesa Parrocchiale venne collocato il Monumento ai Caduti, poi spostato nel Giardino Comunale ove è tuttora. |
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Chiesa dedicata alla SS. Trinità e a San Bartolomeo. É conosciuta anche come “Chiesa dei Rossi (i Russ)”, poiché fu sede della Confraternita del SS. Sacramento, i cui membri portavano delle vesti di colore rosso durante le funzioni sacre. Risalente alla fine del XVI secolo, la facciata, restaurata nel 2002, presenta le statue di San Bartolomeo, di San Pietro e di San Paolo. L’interno, ad unica navata, è molto spoglio e privo di decorazioni significative.
In costruzione al momento della visita pastorale del vescovo Bascapè nel 1594, per ordine di quest’ultimo vennero interrotti i lavori per non accumulare ulteriori spese oltre a quelle che si stavano sostenendo negli stessi anni per la ricostruzione della chiesa parrocchiale. Nel 1603, in un’altra visita pastorale, il Bascapè vi trovò costruito l’altar, non ancora impiegato per le celebrazioni. Nei secoli successivi, le notizie relative a questa chiesa si fanno più rare e si può solo ipotizzare, date le proporzioni maggiori rispetto alla navata, a una seconda importante fase costruttiva caratterizzata dall’ampliamento del presbiterio e del coro. Negli anni ’60 del secolo scorso fu qui trasferito dalla chiesa di San Rocco il fonte battesimale e ci restò per qualche anno, fino a quando fu ricollocato in chiesa parrocchiale, insieme al ciborio smembrato dall’altare maggiore di cui si parla nel video, sotto al quale è rimasto fino al 2002. A partire dagli anni ’80 del secolo scorso, nella chiesa del Santissimo Sacramento non venne più officiata nessuna celebrazione e venne riconvertita in sede di iniziative di beneficenza, tra cui la mostra missionaria in ottobre e il banco di beneficenza in occasione della festa patronale, al quale faceva da supporto. La chiesa è stata riaperta ufficialmente al culto il 18 gennaio 2021 e da allora è utilizzata per le celebrazioni feriali. |
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Il primo campanile di Cameri era presumibilmente una delle torri del Castello, di forma quadrata e dalla cima tozza, con otto grandi finestrate. La torre, divenuta pericolante a causa di problemi strutturali, fu demolita.
L’attuale campanile, alto 42m, venne costruito nel 1827, sulle cui facciate venne dipinta la meridiana nel 1851. Secondo atti storici, l’orologio e le campane originarie (sostitute nel 1994 per usura), di cui 3 consacrate ed una “giudea” per i segnali del Comune, risalgono al 1618. Ancora oggi, i rintocchi delle 4 campane scandiscono gli eventi di interesse per la comunità (celebrazioni, orazioni, ecc.). |
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Raffigurante un angelo che sorregge un caduto, fu progettato dal prof. Montegani ed inaugurato il 14 giugno 1925. Originariamente era posto, con tutto massiccio basamento in granito, dinanzi al sagrato della Chiesa Parrocchiale. Questa posizione generò non poche accese discussioni nella comunità di allora, soprattutto fra clero ed autorità civili, cosicché nel 1935, dopo che il Comune ebbe acquistata l’area privata ove venne realizzato il giardino comunale, il monumento veniva spostato nella attuale posizione. Al termine dei lavori di riqualificazione del giardino comunale nel 2000, su progetto dell’architetto Arrigoni di Viareggio, il monumento ha riacquistato risalto e importanza: risulta ora a ridosso del prato monumentale del giardino, il cui muro di contenimento è allineato sulla perpendicolare allo spigolo sud-ovest della Torre Campanaria. |
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Del vecchio castello, menzionato in alcuni documenti già nell’anno 1000, attualmente non restano che alcuni fabbricati visibili sul lato nord della piazza. I muri esterni di questi edifici presentano un andamento planimetrico “arcuato”, caratteristica che è riconducibile alla loro possibile costruzione sulle fondamenta del vecchio castello. Nel 1358, a seguito della vittoria di Galeazzo Visconti su Novara, venne distrutto insieme a tanti altri castelli del novarese. Tuttavia, testimonianze successive ne documentano la presenza parziale. L’attuale campanile potrebbe essere stato costruito sopra i resti del precedente che, in quanto “tozzo e basso”, poteva essere una delle torri del castello. |
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Sorge in mezzo alla Piazza Santa Maria, davanti alla Chiesa, ove fu eretta il 03 maggio 1740, ben un secolo prima della definizione del dogma. Venne restaurata nel corso del 1998. L’area attorno alla colonna nel 1926 veniva sistemata a fontana con giardino. |
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Collocata nell’omonima piazza, è conosciuta anche come “Chiesa dei Bianchi (i Bianch)”, poiché fu sede della Confraternita di San Michele Arcangelo (sorta ufficialmente nel 1565) i cui membri portavano delle vesti di colore bianco durante le funzioni sacre. La sua origine è incerta, anche se alcuni documenti citano la «…Chiesa di San Michele in Cameri…» già nel 1173.
La Chiesa ha la facciata scandita da otto lesene a due ordini sovrapposti. Il semplice interno è ad unica navata che prosegue con un ampio presbiterio ed un coro, dove si trova la grande ancona lignea scolpita e dorata, con al centro la grande tela raffigurante San Michele. Sul lato nord della navata, vi è la Cappella del Crocifisso. L’altare maggiore, in marmo colorato, è in stile barocco. Sulla controfacciata di ingresso è collocato l’organo a canne, con balaustra lignea. |
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In stile barocco, fu iniziata nel 1757 probabilmente sul terreno che ospitava il lazzaretto dove venivano raccolti gli appestati e poi sepolti i morti a seguito del contagio.
La tradizione vuole che tutta la popolazione partecipasse alla costruzione con propri denari, ma anche semplicemente trasportando gratuitamente i mattoni dalla fornace (presumibilmente quella di Codemonte o un’altra posta sulla sponda sinistra del terdoppio all’altezza di Cascina Argine), per mezzo di una lunga fila di persone. Venne terminata nel 1762. Contiene gli affreschi più noti del territorio comunale, eseguiti da Lorenzo Peracino “il vecchio” nel 1763 e nel 1764. Sulla facciata si trova l’affresco raffigurante S. Giuseppe con il Bambino affiancato da un angelo. Con Regio Decreto del 28/08/1905, la Chiesa di San Giuseppe è stata classificata come Monumento Nazionale. |
Spostandosi verso la Torre dell’acquedotto di via D’Azeglio e percorrendo il percorso pedonale realizzato a seguito della tombinatura di un tratto della roggia di Cameri, si giunge in via Baracca dove si può vedere ciò che rimane del vecchio mulino. Proseguendo verso via Sabbioncelli e percorrendo quest’ultima verso largo Crimea, si giunge al viale alberato di via Madonna, al termine del quale vi è la Chiesa della Madonna di San Cassiano.
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L’antica costruzione è citata in un documento dell’agosto 1012 e poi in un altro datato 04/02/1140 e di essa rimane soltanto un affresco della “Vergine in abito rosso con il Bambino”, posto dietro l’altare dopo essere stato strappato dal muro. La nuova costruzione risale al 1673, mentre del XVIII secolo sono le opere pittoriche contenute all’interno.
La Chiesa contiene tipici elementi dell’architettura barocca, come ad esempio le cappelle laterali che si aprono lungo la navata centrale. Tra queste ve ne è una rappresentate il “Monte Calvario col Cristo Crocifisso” al quale porta la Scala Santa da percorrere in ginocchio, recitando preghiere ad ogni gradino. Numerosa la presenza di statue. L’altare maggiore è in marmo nero realizzato nel 1671, completato da una tela del settecento raffigurante “San Cassiano mentre gli appare in visione la Vergine con il Bambino”. La volta a botte è decorata con altri due momenti essenziali della vita della Madonna: “l’Annunciazione” e “l’Assunzione”. Annesso alla Chiesa vi è il convento dei Padri Passionisti. All’esterno della Chiesa è collocata una colonna, benedetta il 07/09/1757, con sopra la statua di “Maria SS. col Bambino Gesù in braccio”. |
Ritornando sui propri passi lungo via Madonna, è possibile procedere per via Mazzucchelli fino a via S. Francesco. Dopo la roggia scopertura, dirigersi verso il collegamento tra via Garibaldi e via Diaz, dove si potrà visitare la Chiesa del SS. Nome di Gesù.
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La Chiesa è dedicata anche a San Carlo Borromeo e fu sede della confraternita del SS. Nome di Gesù (j arşantitt) la cui veste era di colore blu. Ad unica navata, esternamente risulta spoglia, mentre all’interno è ricca di affreschi del XVIII secolo che si presentano omogenei per la presenza di false architetture dipinte. Altri affreschi, di epoca precedente, raffiguranti la via Crucis lungo i muri perimetrali, sono ormai quasi scomparsi. |
Proseguendo in via Mazzini fino a via Novara, svoltando a sinistra verso piazza Martiri della Libertà si può vedere il Monumento ai Caduti della seconda guerra mondiale. Proseguendo lungo viale Marconi, all’incrocio con via Muggio, si può visitare la Statua della Madonna Pellegrina.
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Realizzato dal Prof. Enzo Rossi da Civita ed inaugurato nell’aprile del 1980, è collocato nell’area verde di piazza Martiri della Libertà all’angolo tra le vie S. Pellico e viale Marconi. É costruito secondo tre triangolazioni geometriche, contenenti riferimenti al passato (le tre statue in basso, tra le quali un bambino mai nato raffigurato con le ali al posto degli arti, rappresentano tutti i caduti della seconda guerra mondiale), al presente (le tre statue al centro rappresentano una madre con in braccio il figlio, una persona che guarda in basso verso il passato ed un’altra che guarda in alto verso il futuro) ed al futuro (rappresentato dal fiore simbolo della speranza dei giovani).
Davanti al monumento vi è una fontana creata dallo stesso Rossi rappresentante le rocce e le cascate delle nostre montagne e una lastra commemorativa riportante una frase scritta dal martire Giambone. |
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La statua sorge su una colonna posta a sud del Viale Marconi all’angolo con la via Muggio, ove fu collocata nel 1948 al termine di una processione con larga partecipazione di popolo che la portò in tutte le famiglie del paese e delle frazioni. La colonna è una delle due che fino al 1887 ornavano la facciata della Chiesa Parrocchiale. |